Banco dell’energia: fronteggiare insieme il caro bollette

Banco dell’energia: fronteggiare insieme il caro bollette

L’Europa sta vivendo un periodo critico: l’energia costa, e costa troppo.
Complici la guerra innescata dalla Russia di Vladimir Putin e la poca lungimiranza dei tanti paesi membri nell’impostazione di politiche di differenziazione energetica, il caro bollette è il nuovo demone che i cittadini del Vecchio Continente devono combattere.

L’energia, almeno qui da noi, dipende ancora in larga misura dalle fonti fossili. Il gas più di tutte.

L’economia scricchiola

L’economia sta soffrendo, enormemente, l’impennata dei costi per l’uso dell’energia elettrica e del gas.
All’ordine del giorno, ormai, ci sono notizie di bollette stratosferiche che mettono in crisi settori produttivi e famiglie. Siamo nel pieno – nuovamente, per chi ha già vissuto le crisi economiche degli ultimi dieci anni – di una crisi economica europea, che affligge l’Italia in particolare.

Banco dell'energia

Banco dell’energia

Nasce, in Italia, un progetto che prende il nome di Banco dell’energia. E’ un progetto ambizioso, che punta a risolvere, per quanto possibile, la povertà energetica.
La contrazione dell’economia impatta, in una nazione già avvilita da problemi economici legati all’elevato tasso di disoccupazione e una povertà diffusa, nel quotidiano di tante famiglie. Molte di queste rischiano di non poter accedere al mercato dell’energia, e di energia, lo sappiamo tutti, ne abbiamo bisogno assoluto: il riscaldamento domestico, l’accensione dei fornelli, l’illuminazione, la corrente elettrica, ecc.

Un progetto ambizioso

Diversi soggetti, operatori di mercato e associazioni, hanno iniziato a studiare il problema.
Lontani da una soluzione efficace nel lungo periodo e risolutiva in senso assoluto, con il Banco dell’energia questi soggetti hanno dato il via ad un sistema solidale che aiuti a a diffondere un approccio solidale ai problemi quotidiani dei meno fortunati.

Il payoff del progetto è chiaro:

“Insieme, doniamo energia”

Che viene poi integrato da un messaggio esplicito: “Aiutiamo chi è in difficoltà, donando calore ed energia per ripartire“.
Emergono, quindi, fin da subito i concetti di solidarietà e condivisione. Il Banco dell’energia è un progetto che vede protagonisti gli utenti, uniti dalla sensibilità personale verso i disagi vissuti da chi è meno fortunato, a fronteggiare il caro bollette.

Come funziona il Banco dell’energia

Il sistema che i diversi operatori (ne parliamo tra poco) hanno sviluppato consente, a chi desidera partecipare, di aggiungere una piccola donazione in addebito sulla propria bolletta (della luce o del gas) per contribuire ad un fondo che consenta di pagare quote di energia a chi non riuscirebbe ad acquistarle – indipendentemente dall’operatore.

Tra i più importanti promotori c’è A2A, una delle realtà più importanti del mondo delle Utility.

Banco dell'energia A2A come funzinoa

Un esempio pratico

Per meglio spiegarvi come funziona il Banco dell’energia, vi mostro cosa appare nel pannello personale di gestione della bolletta.
Accedendo all’area riservata di A2A e andando ad esplorare il menù di navigazione per l’utente c’è una voce dedicata proprio al Banco. Cliccandovi o con un tap – se da mobile! – si atterra su di un pannello dove è possibile accettare di contribuire al fondo tramite un piccolo addebito sulla bolletta della luce o del gas (lo potete ben vedere dall’immagine qui su, uno screen-shot di quanto vedo all’interno del mio conto luce/gas).

Contro il caro bollette

Il Banco dell’energia punta a supportare i meno fortunati. Il caro bollette è una piaga sociale ed economica e va combattuta. Non è una sfida semplice, richiede indubbiamente l’azione di tutti, dai singoli cittadini alle grandi e piccole aziende.

Come racconta Giovanni Valotti, presidente del gruppo A2A: “(…) L’obiettivo del Banco dell’energia è proprio quello di aiutare con interventi mirati quelle famiglie che si trovano ad affrontare situazioni di temporanea vulnerabilità economica e sociale, e donare l’energia che può servir loro per ripartire“. (Fonte)

Spiega poi: “(…) L’intenzione è quella di costruire un modello di sostegno di tipo partecipativo anziché assistenzialistico. Un sistema di restituzione per il quale, una volta superato il momento di difficoltà, una persona possa diventare a sua volta sostenitore del Banco, magari contribuendo direttamente alla raccolta di fondi o attraverso forme di volontariato a beneficio della comunità. L’idea è che in questo modo sia possibile riattivare le risorse residue delle persone anche in situazioni di crisi, includere anche chi difficilmente accetterebbe una beneficenza “tradizionale”, e infine favorire meccanismi di tipo generativo a favore della comunità intera“.

Obiettivi ambiziosi, indubbiamente, che chiedono a tutti di fare uno sforzo. Costruire un nuovo modello solidale di società. Non semplice, anzi, difficilissimo, ma ambizioso.

Dietro le quinte del Banco dell’Energia

Come vi avevamo accennato nei precedenti paragrafi di questo articolo, vi raccontiamo brevemente chi c’è dietro il Banco dell’Energia.

Alcuni dei nomi importanti  (ne riportiamo solo alcuni, ma trovate tutto nella pagina del Manifesto sul sito del progetto) che hanno collaborato alla nascita del progetto e che lo sostengono tutt’ora sono: A2A, Acquedotto Pugliese, Banco Alimentare, Adiconsum, Assoutenti, Codacons, Legambiente, Croce Rossa Italiana, Gruppo HERA, Federconsumatori ecc.

Caro bollette
La sfida dell'energia è molto complessa. Bisogna ripensare i modelli di approvvigionamento, la soluzione non può essere la solidarietà.

Ripensare il modello energetico

La solidarietà è un gran valore. Se permeasse la società intera, sicuramente, vivremmo in un ambiente più accettabile, livellato, equilibrato. Così, purtroppo, non è.
E’ anche vero, però, che la solidarietà non può essere la risposta ai problemi di una società.

Il mondo che viviamo è un sistema che mette in relazione, più o meno strettamente, diversi soggetti (micro e macro). Queste relazioni disegnano i modelli su cui la società si sviluppa. Anche il settore energetico ha alla sua base un modello di sviluppo in continua evoluzione.
Purtroppo, ad oggi, le scelte fatte si sono dimostrate poco lungimiranti. Avremmo potuto salire sulla locomotiva delle energie rinnovabili, su quella del nucleare, purtroppo abbiamo preferito viaggiare comodi – fin quando ci è stato permesso – su quella delle fonti fossili.

Un ambiente troppo stretto

Le fonti fossili stanno dimostrando, già da un po’ di tempo, di non essere la risposta ai nostri bisogni. Sono destinate a terminare (non sono infinite) e impattano (carbon foot-print) in modo violento sull’ambiente. Sono, insomma, la non soluzione di lungo periodo.

Ad oggi si è tanto parlato di fonti alternative, di energie rinnovabili, di nucleare, si parla di idrogeno, di elettrificazione globale, ma poco si è fatto per sviluppare un modello innovativo, per lo meno in Italia. E ne stiamo pagando le conseguenze.
Fin troppo dipendenti da fonti fossili, di cui non abbiamo larga disponibilità, oggi subiamo tutte le ripercussioni possibili degli accadimenti geo-politici globali. L’ambiente piange, sempre più maltrattato, l’economia soffre, sempre più in crisi.

La sfida di domani oggi!

C’è una sfida che ci attende, oggi, prima di subito! E’ quella legata al ripensamento strutturale del sistema di approvvigionamento energetico. Tanti sono i progetti in cantiere, ma pare non esservi una visione univoca su dove vorremmo andare.
Il modello attuale s’è dimostrato fallimentare. Abbiamo perso tantissimo tempo tergiversando, crogiolandoci nell’agiatezza del momento, ed ora non abbiamo più il lusso di poter attendere.

L’Europa, i popoli che la compongono, hanno bisogno di una risposta rapida ed efficiente: ripensare l’intero sistema.
Non può essere la solidarietà la risposta alla crisi. Impegni chiari devono condurci verso una Green Economy, che diventi poi una Green Society.

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