Un giorno a Pitigliano

Un giorno a Pitigliano

Non solo una gita fuori porta

Perchè Pitigliano?

La risposta sembra scontata: è un borgo stupendo!
In realtà, ci è voluto un programma televisivo (Che ci faccio qui, di Domenico Iannacone su Rai 3) per farci scoprire questo luogo senza tempo immerso nella Maremma toscana e a un “tiro di schioppo” dal lussuoso relax offerto dalle Terme di Saturnia, dalla tranquillità del lago di Bolsena e dal sempre più chic Monte Argentario.

Da dove iniziare

Non facciamo in tempo a parcheggiare l’auto che subito i nostri occhi si spalancano davanti alla vista del borgo costruito a strapiombo sulle pieghe dell’area del tufo. Ancora increduli per cotanta bellezza scoperta solo alla soglia dei 34 anni, entriamo dalla porta di Piazza Petruccelli, intenzionati a fotografare ogni angolo di questa meraviglia (borgo incredibilmente instagrammabile, gente!). Avevamo appena fatto rientrare gli occhi nelle orbite che subito ci tocca ritirarli fuori: gli archi che delimitano l’inizio del centro storico sono un vero colpo al cuore.
Complice anche una splendida giornata di sole e il verde intenso dei boschi maremmani, iniziamo a pensare che il mondo intero dovrebbe conoscere un posto così.

Piccola Gerusalemme

Sarà che a Natale sono stata in Israele, ma il fatto che Pitigliano venga chiamata la “Piccola Gerusalemme” mi colpisce molto. Iniziamo quindi il nostro giro proprio da Via Zuccarelli (in alternativa, si può partire da Via Roma), il cuore del Ghetto.
I rapporti tra i pitiglianesi e la comunità ebraica risalgono al 1400 e da sempre sono rispettosi e tolleranti, al punto che il quartiere presenta diverse nicchie con immagini della Madonna ma anche di negozi kosher e una Sinagoga. Alla fine di Via Zuccarelli, dopo una serie di scorci meravigliosi sulla magnifica natura che circonda il paese e sul Santuario della Madonna delle Grazie, troviamo la chiesetta di San Rocco (onestamente molto più caratteristica dell’imponente, e molto ben tenuta, Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo) che custodisce al centro un bellissimo rosone.

Via Roma

Ogni borgo ha la sua via Roma.
Camminiamo lungo la via curiosando sempre nei vicoletti e nei negozi di artigianato di ogni tipo: dalle magliette di “Maremma Maiala”, allo studio di pittura di Annamaria Papalini, ai pomodorini confit di “Alessandro ed Helga” (ne avrei mangiati 1 kg!).
Ed è proprio da loro che ci fermiamo per un pranzo veloce ma buonissimo.
L’enoteca è piccola ma il negozio per acquistare prodotti locali è ricco di ogni bontà di questa terra: legumi, conserve, pasta, sughi, dolci … mi sta tornando l’acquolina!
Ordiniamo bruschette al pomodoro, pappardelle ai funghi e fagioli cannellini e con le nostre 100lire mettiamo i Queen al jukebox!

Alla ricerca di una libreria

Ok, sarò sincera: siamo andati a Pitigliano principalmente per visitare la libreria “Le Strade Bianche di Stampa Alternativa” di Marcello Baraghini (qui il sito web: http://www.stradebianchelibri.com/).
Questo nome ti dice qualcosa?
Si tratta di un editore italiano indipendente, gentile, accogliente e ben oltre la soglia dei 70 anni, fondatore della casa editrice “Stampa Alternativa” e attivista per i diritti civili.
Fermi tutti! Chi si fa 2 ore di auto solo per entrare in una libreria?
Noi!
Perchè non solo questa è l’unica libreria indipendente di tutta la Maremma ma perchè “Le strade bianche di stampa alternativa sono affollate di libri liberi […], leggibili e scaricabili gratis come atto d’amore per i lettori […] e per portare a compimento quella rivoluzione ogni giorno più urgente a fronte del deserto e delle macerie provocate dal regime politico ed editoriale” (cit.)

“Farò del mio peggio”

La vita di Marcello Baraghini la racconta molto bene la puntata del programma “Che ci faccio qui” a lui dedicata (20’ di pura poesia), ma sentirla di persona vi garantisco che ha tutto un altro sapore.
La sua libreria è interamente custodita dalla roccia di tufo che caratterizza tutto il borgo con la differenza che è una roccia piena di colori, parole e liberi pensieri.
Lo incontriamo fuori dalla libreria che parla con due ragazzi di Torino che stanno girando l’Italia in camper (ancora state pensando di passare le vacanze a Ibiza?) e da brava impicciona (ma discreta) mi metto ad origliare la conversazione tra i tre.
In un lampo di genio capisco che ho solo questa chance per farmi invitare a visitare la sua casa e il querceto di cui parlava con la coppia torinese.
Nel frattempo, Alfonso ha già in mano una decina di libri (de La lettera sulla felicità di Epicuro ne ha prese 3 copie) e allora anche io mi lancio alla ricerca dei miei libri e delle magliette (le vorrai comprare tutte!).

L’orto di guerra

Arriviamo a casa di Marcello grazie a una mappa da lui disegnata su un foglio di carta riciclata.
Lungo la strada incontriamo filari di vigna, ulivi, balle di fieno gigantesche e poi un bosco di un verde che se lo cerchi tra le tavole di pantone non lo trovi perchè solo madre natura può regalare certi colori.
Marcello ci accoglie con garbo e sorriso e ci mostra subito il nuovo orto che ha realizzato durante il lockdown.
Ci sono zucchine, bietole, pomodori, carciofi e poi alberi da frutta come albicocche, fichi, mele e uva fragola.
Marcello cammina piano nel suo terreno ma stabile nonostante qualche pietra qua e là e ci porta a vedere dove ha piantato le sue querce di bosco.
E’ un luogo magico, immerso nella natura con una vista incredibile sul borgo di Sorano (“diversamente bello da Pitigliano, andateci” ci dice, e così facciamo).

La peste di Camus

Posso offrirvi un caffè?
Non ce lo lasciamo ripetere due volte ed entriamo in casa sua.
E’ semplice come tante case di campagna ma c’è tutto quello che gli serve.
Tranne le chiavi.
Le ha buttate in un roveto dopo esser stato minacciato per alcune indagini che aveva compiuto sul territorio. Ma da uomo libero, con questo gesto, ha mostrato a tutti di non aver nulla da nascondere.
Le chiacchiere scorrono piacevolmente fino a quando, con l’ultima goccia di coraggio che mi è rimasta, gli chiedo di farci una foto insieme.
Alfonso, invece, gli chiede qual è secondo lui un libro che andrebbe assolutamente letto. Marcello lo guarda e senza indugio gli dice: << Se vuoi capire quello che sta accadendo oggi, leggi “La peste” di Camus>>.

… Ma non finisce qui

Dopo l’incontro con Marcello Baraghini e su suo consiglio, andiamo a fare una passeggiata a Sorano.
Ecco, vi ricordate quando ho scritto che avevamo gli occhi fuori dalle orbite?
Diciamo che a Sorano ci sono direttamente caduti per terra!
La nostra è stata una visita veloce ma quel che basta per avere la certezza di tornare a visitare la fortezza degli Orsini e a mangiare lo stracchino strepitoso che fanno qui.

Parentesi di Shopping

Lungo le stradine del Ghetto di Pitigliano, attratti dal rumore di una specie di frullino entriamo in una piccola gioielleria artigiana. Il ragazzo ci dice subito che tutto ciò che vediamo è merito della sua compagna.
Lo “sgamo” al volo: è romano! Accento inconfondibile.
Lui e la sua compagna hanno lasciato il traffico della Portuense per la pace della maremma, dove hanno una casa con un orto gigante. E come dargli torto?
La loro bottega è un amore e i gioielli sono tutti fatti a mano … solo per vere intenditrici!
Eccovi il loro profilo Instagram

Prima di lasciare Pitigliano, la musica del negozio vintage davanti agli archi ci cattura come il miele e non possiamo fare a meno di entrare. C’è di tutto: dai jukebox alle macchine da cucire della Singer, dai Levi’s originali ai vinili di blues davanti a una gigantesca Berkel. Il proprietario è un giovane molto simpatico che potete seguire qui: Vintage Style

Camminando per le strade di Sorano, proprio appena varcata la porta che introduce su Via Roma (ebbene si, anche qui!) e proseguendo in avanti veniamo attratti da un altro rumore: quello della macchina da cucire.
Non ci penso neanche un secondo.
Entro e c’è la signora dagli occhi azzurri più belli del mondo. Le confesso subito che ho un debole per le persone con gli occhi azzurri e nel giro di poco esco con una tovaglia blu e un set di asciugami nuovo.
Anche la signora è romana e vista la mia capacità “chiacchieratoria” iniziamo a parlare di Roma, dei quartieri, di quando ha conosciuto il marito, dei figli e dei nipoti.
La signora non ha un sito ma il suo negozio si chiama “Passeggiando in Maremma” e si trova a via Selvi 18.

Piccola nota finale

E’ il mio primo articolo per un blog. Siate clementi, ce l’ho messa tutta!
Se avete qualche domanda o critica (costruttiva e cortese), scrivetemi pure via direct sul mio profilo Instagram.
Ultimissima cosa: se questa estate avrete modo di fare delle vacanze o anche meglio dette ferie, andate alla ricerca di posti come Pitigliano. L’Italia ne è piena. Scoprirete mondi nuovi e persone davvero speciali.

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